NOTE D’AUTORE

Aprile 2008: Sto cestinando decine di miei lavori, quasi tutti giovanili; eppure non sfigurerebbero affatto e non solo rispetto alla troppa mondezza in circolazione, ma anche rispetto a parecchie opere rinomate e griffate; il fatto gli é che col passare degli anni ho completamente perso il gusto del racconto perché mi son sempre più convinto che il fare un libro é men che niente, / se il libro fatto non rifà la gente!

Tuttavia non sono riuscito a cestinare il seguente soggetto cinematografico: prima di tutto era già un'opera della maturità; e poi rileggendolo ho dovuto riconoscere che, su di lui, vent'anni erano trascorsi inutilmente, perché - malauguratamente - é addirittura più originale ed attuale di prima!

E questa é una delle caratteristiche fondamentali dell'opera d'arte; se poi davvero possiede anche l'altra, cioé di poter avere un effetto positivo ed evolutivo sui lettori, dovete deciderlo Voi..........

Aprile 1994: questo soggetto, che nel titolo vuol intenzionalmente non dimenticare l’ indimenticabile “SANGUE BLU”, fu depositato alla SIAE, una prima volta, il 10/04/92 al nr. 0481, ben prima quindi che fossero resi di pubblico dominio avvenimenti a cui sembra ispirato :

al contrario, pertanto, si potrebbe a buon diritto sostenere che siano stati gli investigatori ad ISPIRARSI A QUESTO SOGGETTO ! ! ! !

A M B I E N T A Z I O N E

Repubblica Centroamericana stranamente identica all’Italia, tanto che la sua isola meridionale si chiama Nuova Sicilia, nel seguito abbreviata in Sicilia.

S A N G U E  R O S S O
 
(R E D  B L O O D)

PERSONAGGI  ED  INTERPRETI  PRINCIPALI

PERSONAGGIO

 D E S C R I Z I O N E

Francesco ITALIANO

Un intelligente e brillante politico, nato onesto (ma non lo resterà a lungo), all’inizio trentenne, sudista, parte pensata per GIANNINI, poi ripiegando su Diego ABATANTUONO; al giorno d'oggi benissimo uno dei due FIORELLI.

Alcide MACHIAVELLOTTI

Presidente del Consiglio e deus ex machina del Partito F&C (forchetta-e-coltello-con-scudo-di-crociato); all’inizio cinquan-tenne; uomo intelligentissimo che ha purtroppo visto sempre preferire e scegliere la sua parte peggiore, il lato oscuro, finendone traumatizzato; assolutamente interpretato da Oreste LIONELLO non solo per la bravura, ma anche perché facilmente reso sosia !

don Ninì

nobile, filosofo e.......mafioso, interpretato anche lui dal Potere dai mille volti (vedi sotto), un altro ambiguissimo ed impon-derabile cinquantenne;

Giovanna

Agente segreto in gonnella e protagonista femminile; bella, spigliata, disinibita e tutt'altro che completamente amorale ; ottime la CUCINOTTA o la BELLUCCI

POTERON DE POTERONI

Un unico grande attore per impersonare il potere in tutte le sue deviazioni ed involuzioni, compreso don Ninì, SANVITO, SBRINDELLA, gli altri parlamentari excutati ecc.ra; pensavo a SORDI, e, al momento attuale, sarei molto imbarazzato ad indicare un nome italiano

Renato CURTO

capo del gruppo sovversivo, che Alcide chiama 'Bravi Ragazzi', un trentenne dalla maschera intelligente e tormentata. Esempi da seguire, nella saga del Padrino, Al Pacino e Robert De Niro.

P R O L O G O

Rapina lampo e perfetta in via Pratoni del Vescovo ad un furgone valori; un uomo piccolo ed un po' gobbo, tuta mimetica e giubba militare, mascherato, dirige professionalmente l’operazione.

Uno della scorta, disarmato, cerca di levargli il mitra di mano. Colluttazione. Gli cade la maschera; dalla povera scorta disarmata viene un'esclamazione : " Ma quello è il Pre........" Raffiche di mitra : il gobbetto ha liquidato la scorta!

Il commando dei rapinatori si allontana rapidamente col bottino, il gobbetto con un' auto tipo ministeriale.
Posto di blocco dei carabinieri che però, accortisi, fanno stranamente subito strada all'auto ministeriale : il gobbetto mette la mano fuori in un gesto di pseudo saluto, i carabinieri scattano sull'attenti.

- Il per tanti anni titolare del Dicastero della Difesa deve pure avere qualche privilegio!
- Però, Capo, non dovresti esporti così tanto di persona, inutilmente!
- I SEQUESTRI DI PERSONA e L' IMPORTAZIONE DI DROGA non bastavano più, le elezioni COSTANO soprattutto quando non si ha assolutamente nessun buon motivo per ottenere voti.

Tu poi mi conosci : una zingarata così, dopo averla organizzata, non era da me lasciarla eseguire dagli altri.......io dò l'esempio : non ho mai chiesto agli altri di fare quello che io stesso non fossi pronto a fare, per il Partito!.....Mi rammarico solo che la mia faccia,  troppo conosciuta, sia costata la vita a quegli stupidi eroi! i valori erano pure assicurati........che gli sarà saltato in testa.....

Prendi nota : che sian tutti decorati e che tutte le famiglie abbiano subito la pensione, SENZA I SOLITI MILLENNI D' ATTESA!
- E quei morti ?
- Al solito, sul conto dei B.R., i nostri Bravi Ragazzi..........il nostro paracadute, come faremmo senza di loro ?!?!?!......Trova subito qualche marino che rivendichi l'operazione, anche autoaccusandosi e facendosi arrestare, poi lo libereremo.

L'auto si ferma dinanzi a Montelittorio ; sentinelle sull'attenti : scende Alcide, cioè il gobbetto, ora in abito da cerimonia, cappello duro ed ombrello.
Per i corridoi gli si affianca un funzionario.
- Presidente, devo ricordarLe, lo sgraditissimo contraddittorio con Italiano in Sicilia.

- Al diavolo, non ho nessuna intenzione di mettere la testa nelle fauci del leone! ...... quel ragazzaccio.....l’oratore più suadente e trascinante che abbia mai sentito......... cosa non gli ho offerto perché entrasse nella nostra corrente: come se non bastassero tutti gli avversari politici esterni, ora veniamo sfidati ad un contraddittorio addirittura da un iscritto del nostro stesso partito! Non voglio battermi con lui perché spero, prima o poi, d'averlo con me. Allora scegli tu un sacrificando, con gran seguito locale, facendogli intendere che per lui é un grande onore ed una grande occasione il sostituirmi.

- Che ne pensa del conte SANVITO....il puttaniere che affama i pensionati per regalare yachts alle sue amichette?

- Ma sì! comanda lui....... ancorché bandito non mi piace per niente e non mi spiacerà saperlo divorato!

Collasso per Sanvito, che non gradisce affatto il non richiesto, dubbiosissimo onore e pensa a tutelarsene, telefonando ad un pezzo da 90 suo buon amico, don Ninì: Italiano non deve assolutamente arrivare al comizio, meglio ancora se, in itinere, lo si facesse deviare addirittura verso il cimitero......!

Invece anche a don Ninì piace il giovane Italiano, l’astro nascente del Forchetta e coltello, esattamente come piace a Alcide. Raccomanda pertanto ai suoi picciotti di fermarlo sì, ma senza fargli troppi danni.

L'obbiettivo si sposta sull'ignaro Francesco, che è ancora nella capitale, bendato in una macchina: lo stanno accompagnando ad una riunione segreta di capi-colonna. E’ Renato in persona che infine lo sbenda e lo presenta come uno dei rari politicanti onesti, anche se della Forchetta&Coltello, e che parteciperà alla riunione da osservatore, perché egli spera divenga un simpatizzante.

Renato fà il punto della situazione preelettorale, illustrando sinteticamente le ultime convinzioni a cui è pervenuto quale indiscusso ideologo del gruppo:

storicamente, gli ultimi cambiamenti governativi sono avvenuti sotto la pressione di forze armate, nel 1928 la marcia sulla capitale, nel 1945 la V^ armata americana; purtroppo, per estrapolazione dei dati, si deve arrivare alla conclusione che anche per il terzo cambiamento occorrerà la lotta armata. Non appare più possibile eliminare il malgoverno della F&C se non sotto la pressione di un braccio forte, il partito combattente.

Se i forchettoni sono assimilabili al cazzo del cane, che una volta entrato non esce più, "Chi fà orecchie di mercante ai pacifici cittadini reclamanti con le buone riforme e progressismo, non solo li costringerà ad usare le cattive, ma soprattutto, moralmente, si renderà anche direttamente responsabile del conseguente spargimento di sangue;

se per scollare i forchettoni dalle loro poltrone, per rinnovare la classe politica, intendono obbligarci ad ammazzarli, ebbene LI  AMMAZZEREMO!............. e lo faremo anche se siamo tutti persone benpensanti, civili e democratiche, che tuttora sperano che a questi estremi rimedi non si debba mai arrivare."

"Tratteremo ad oltranza, senza farci spaventare dalla lunghezza delle trattative; ma quando tutto sarà stato detto, quando ormai non vi sarà più nulla da dire, persa ogni speranza che il buon senso prevalga, sarà giunta l'ora di cedere la parola al compagno Kalashnikov,......... con la certezza che 55.000 guerre hanno letteralmente inzuppato di sangue la terra eppure dopo ugualmente son rinati fiori bianchi !”

Imprevedibilmente il lungo silenzio che segue, è interrotto da Francesco che, abbandonando la veste d'osservatore, contesta veementemente queste tesi; visione ancor più lucida di quella di Renato; in realtà il dramma del paese non è mai stato la CORRUZIONE e L’INTERESSE PRIVATO - purtroppo onnipresente in tutto il mondo, oltre che in Alcide - quanto l'IDIOZIA di un' intiera classe dirigente, inetta ed incapace eppure costantemente rieletta dal parco buoi.

Perché la corruzione solo trasferisce ricchezza MA SENZA RIUSCIRE A DISTRUGGERLA, come invece purtroppo fà l'idiozia; infatti, se il ladro é un compatriota (come in definitiva avviene nella corruzione), essa impoverisce il derubato ma senza alterare la ricchezza complessiva del paese;

invece nessuno si é ancora accorto che IL LAVORO NON E’ UNA FUNZIONE SOMMABILE, nel senso che quello che non hai prodotto oggi non potrai mai più recuperarlo; quindi le sciocche disposizioni governative costituiscono un IMPOVERIMENTO DEFINITIVO del paese, in particolare tutte le leggi che sabotano l’occupazione operaia e/o favoriscono la sua sotto-remunerazione;

l’anti-programmazione sistematica, lo sconvolgimento dell’economia con misure demagogiche, L’AVER SEMPRE TRATTATO LO SVENTURATO IMPRENDITORE COME CUSCINETTO-PUNTASPILLI : quelli sono i veri ed IRREVERSIBILI delitti da ascriversi alla F&C, delitti che solo l'esperto ed intelligentissimo Alcide ha cercato di evitare, ma sempre finendo col dover cedere per disciplina di partito! !

Il paese è comunque sia cresciuto che progredito, ma MALGRADO IL GOVERNO !.......e finché esisteranno, nel paese quelle spaventose macchine crea povertà – che sono il capitalismo e la burocrazia – l’unica e veramente sostanziale riforma possibile sarà indiscutibilmente una loro pacifica demolizione!

Perché la violenza non paga, sangue chiama solo sangue ; e se anche il sangue facesse fiorire qualche fiore e fruttificare qualche frutto, SARA' SOLO UN FIORE SPORCO ED UN FRUTTO AVVELENATO, CHE INTOSSICHERA' PER PRIMI  I  SUOI  COLTIVATORI !

Anche Francesco è contrariato, anzi disgustato dall'andazzo, anche lui vuole il rinnovamento ed i cambiamenti, ma non a prezzo di violenza: non può esser chiamato progresso ed evoluzione, il risultato d'un' alchimia INFERNALE che cangiasse struggenti ideali e sana sete di giustizia in terribile piombo!

Lui invece, portatore di questi ideale e di questa sete, intende combattere la battaglia lealmente, parlamentarmente, partecipando attivamente alla vita politica e democratica : è infatti entrato nella competizione elettorale e sarà certamente eletto, perchè il paese ha bisogno di lui, delle sue idee, della sua onestà.

Come del resto pensa anche Alcide, Francesco è indiscutibilmente un grande oratore col dono della persuasione e riesce a prendere il sopravvento su un Renato, che comunque anche lui dichiaratamente preferirebbe non dover trascendere;

così la riunione si scioglie, rimandando il passaparola al compagno Kalashnikov ad un ulteriore congresso post MATURA RIFLESSIONE  DEI  PROSSIMI RISULTATI ELETTORALI. 

T I T O L I

L'azione si sposta in una rovente Sicilia sotto campagna elettorale, letteralmente incartata dai ridicoli (utilizzare gli slogan di Berlusconi!) manifesti di SANVITO per il partito F&C. Così, dopo lungo girovagare, su tali grandi manifesti, finalmente l'obbiettivo pesca un francobollo di ITALIANO, CON LA SUA FACCIA GIOVANE, PULITA, INTELLIGENTE, DETERMINATA: la disproporzione dei mezzi é evidente.

Sole e odore di fiori d'arancio in una casa borghese, quasi banale, materna, da cui esce Francesco, avviandosi, al comizio, in motorino; stessa atmosfera ma sontuoso palazzo patrizio : esce il conte Sanvito con una Ferrari.

Francesco è intercettato dai picciotti di don Ninì e pesantemente pestato. Si finge tramortito e, dopo che lo hanno caricato in macchina, per sequestrarlo, sorprende e liquida i due aggressori : senza controllo la macchina finisce in un burrone.

Solo Francesco si salva buttandosi fuori, risalta sul suo motorino e si reca, anche se in ritardo e pesto e sanguinante al contraddittorio.

Nel frattempo Sanvito lo ha incominciato, boriosamente, fingendo SORPRESA per l’assenza del suo interlocutore e supponendo che l'autoproclamatosi rappresentante del New-deal, quel giovane pieno di sè e di boria, apparentemente compagno di partito, ma in realtà vendutosi alla sinistra, diventando il peggiore e più ostile degli avversari, intimorito dalla sua superiorità, abbia dato forfait.

Allora lo puniscano gli elettori, mettendo anche sul suo conto che é un quidam qualsiasi, un ultimo arrivato, un borghesuccio, non certo un personaggio importante, titolato e nobile come il conte Sanvito: prescindiamo dall' importanza, che può essere ottenuta; prescindiamo dal titolo, che può essere comprato, ma il lignaggio, il sangue ! il sangue deve pur contare............

Ma ecco sopraggiungere Francesco che, a bell’arte, espone esagerandole le sue contusioni : certo che il sangue deve contare ed ecco il mio, ROSSO: lo  espongo con ancora più orgoglio e sono pronto a spenderlo e versarlo - e se necessario anche tutto - per il superiore interesse dei cittadini e del paese.

Nuovamente la sua parola domina i presenti, li incanta, sempre la parola giusta al momento giusto, sempre il formidabile intuito di dire quello che il pubblico desidera sentire.......è trainante, travolgente. Sanvito s'allontana fischiato e con la coda tra le gambe, mentre Francesco è portato in trionfo.

Ma................La televisione trasmette i risultati delle elezioni : infarto per Francesco...........Sanvito, che é corso ai ripari distribuendo improvvisamente 20.000 pensioni di comodo, ha preso una vera pioggia di voti, trascinando avanti altri forchettoni, talché lui è solo il settimo, dei non eletti del collegio.

Francesco sembra impazzito e crolla nella depressione più nera, rifiutandosi a qualunque attività, per quanto gratificante possa essere : è stato tradito dai concittadini, che non si sono resi conto di quanto lui, una volta eletto, avrebbe potuto fare per loro; ferito a morte dagli elettori autolesionisti non potrà mai più averne rispetto nè tanto meno amarli.

Ormai si trova in uno stato d'animo analogo a quello di cui parlerà il Alcide morente e infatti si metterà sulla sua stessa strada. Ma essendo l'Amore, la Dedizione condizione NECESSARIA (anche se non sufficiente) per schiudere le irrazionali difese del prossimo, Francesco non riuscirà mai più ad ottenerne un consenso, analogo a quello sinora ottenuto.

Vanamente Renato cerca Francesco, che neanche risponde più al telefono. Allora disgustato dai risultati elettorali, passa all'azione, assaltando con un commando di B.R. la casa di villeggiatura di Alcide; ma questi, al solito fortunato, é assente; cosi il commando ripiega su una gambizzazione dell'on. SBRINDELLA, vecchio squadrista, gran intrallazzista e prima torturatore di Alcide (ai tempi della Resistenza) ma poi suo collaboratore e segretario.

Renato lo lega alla sedia e lo invita a stare ben fermo in modo che la pallottola non abbia a ledergli la femorale : lo informa che lui sparerà tenendo la canna della pistola incollata alla gamba in modo che la stessa vampata cauterizzi la ferita, che vuole e cerca un'azione dimostrativa e non mortale.

Ma il vile SBRINDELLA molto si agita, trema, si muove e così sopraggiunge l'emorragia. Renato, che è medico, usa una cravatta come laccio emostatico, prima di scappare coi suoi : appena sufficientemente allontanatosi, telefona addirittura al pronto soccorso per un'ambulanza, che infatti parte a sirene spiegate.

Ma, sul luogo del misfatto, per primo sopraggiunge Alcide. Forse pensa che SBRINDELLA fà ormai assai più comodo MORTO che non vivo, strabuzza gli occhi, sente, nelle orecchie risuonargli frasi in tedesco ed uno sfricciolare di cerini accesi (capiremo alla fine questo particolare) e, invece dei legacci, scioglie la cravatta, apparentemente con la scusa di ossigenare l'arto.

Ma poi non la ristringe a dovere e il non slegato Sbrindella finisce dissanguato. PRIMO FUNERALE DI STATO della pellicola, Alcide presente e falsamente COSTERNATO, scene tragicomiche, falsa disperazione anche della vedova piangente ma che non perde l'occasione per fare avances erotiche agli amici del marito (ci si ricordi de 'La fessée' di Brassens, scene che si ripeteranno anche nei periodici funerali successivi).

Presente, e lui realmente costernato, anche Francesco, rimproverantesi sia di non avere nuovamente fermato Renato, dopo i risultati elettorali, sia di non averlo già fatto arrestare al precedente incontro: egli ignora quanto poco Renato sia responsabile del decesso, assai più da mettere sul conto di Alcide.

Ma di tutt'altro parere é il suo conoscente Vincenzo, un altro giovane politico ma paradossalmente pieno di riconoscenza per Renato e gli altri B.R. : gli è che lui non solo è dello stesso collegio di Sbrindella, ma anche il primo dei non eletti e perciò gli subentrerà a Montelittorio.

Questa notizia è un fulmine accecante nello ormai spento mondo di Francesco, che non aveva valutato questo particolare. Si riscatena la sua iperattività: non tutto, anzi QUASI NIENTE E’ PERDUTO, basterà ELIMINARE  ALTRI SOLO SEI PARLAMENTARI E POTRA' VARCARE ANCHE LUI LA FATIDICA PORTA DELLA CAMERA..........

Però il passaggio dall'ideazione all'azione è veramente arduo, perchè Francesco non solo si ritiene ONESTO e BUONO, ma è anche realmente seguace della non violenza ; continuamente gli risuonano nelle orecchie le sue ILLUMINATE parole alla colonna B.R.: la violenza è un frutto avvelenato che intossicherà, per primi, i suoi coltivatori............

Ma alla fine, paradossalmente, saranno proprio il suo senso di giustizia e la sua bontà a convincerlo: i sei giustiziandi, tra cui Sanvito, sono tutti avanzi di galera e allora si danni pure Francesco, purchè il paese venga ripulito e vada in paradiso!

Certo potrebbe, per la manovalanza omicida, ricercare la collaborazione di Renato e degli altri B.R.; però, analogamente a Alcide, si picca di non richiedere agli altri quanto lui stesso non sia pronto a fare, in prima persona. Ovviamente poi é anche meglio non avere testimoni, che domani potrebbero ricattarti.

Ancora pieno di scrupoli, autostabilisce che le esecuzioni, agli occhi del popolo non debbano tanto sembrare omicidi, quanto addirittura interventi della VOLONTA' DIVINA........egli non  accetta ancora di considerarsi un criminale, ma intende continuare a sentirsi inviato divino per far piazza pulita, tromba degli arcangeli e promotore del giudizio universale! Pertanto s'impone che LE MODALITA DELLA PUNIZIONE-ESECUZIONE  FACCIANO RISUONARE E RICORDARE LA COLPA COMMESSA.

(Se certo ci si sentirebbe veramente imbarazzati a rintracciare episodi edificanti nella storia della repubblica di fine secolo, altrettanto non vi mancano gli spunti anche per qualche migliaio di simili giustiziamenti: purtroppo la realtà si é rivelata molto più immaginifica dell'autore, che qui si confessa sconfitto e mortificato!)

1°) SANVITO, già conosciuto e boss dell' INPS : fatto naufragare suo megagalattico yacht, lui e la sua amichetta, alla deriva, morti di fame e di sete come tanti disgraziati pensionati......sembra anzi che il ministro si sia cibato della sua compagna - non ci sarebbe da meravigliarsi se addirittura dopo averla uccisa - in stretta linea col suo comportamento governativo - per quello scopo innominabile!

2°) Ministro di Grazia e Giustizia, riprendendo l'aforisma di Sofri che il nome del Ministero deriva dal fatto che "in Italia Giustizia non si ha se non per Grazia (Divina)", il Ministro finisce travolto e infilzato dalla spada di una Statua della Giustizia, che forse intende vendicarsi dell’improprissimo motto "una giustizia che tarda ad arrivare è già ingiustizia" tracciato sul basamento.

(Il puzzone scopriva tale statua in occasione degli STRAORDINARI festeggiamenti per il dimezzamento dei tempi tecnici delle cause, ridotti, per suo GRAN merito dagli ORIGINALI VENT'ANNI, ORMAI A SOLI 10 ANNI!)

3°) Gran produttore e trafficante d'armi, in particolare di mine antiuomo : per un esperto d'informatica come Francesco - inoltre che aveva sempre ambito di diventare il pater-antimina - è un gioco da ragazzi manomettere le coordinate-bersaglio di un missile da esercitazione. Risultato : distrutta sua casa, sua famiglia, ma anche e soprattutto lui !

4°) Industriale inquinatore: attraverso l'impianto d'aria condizionata del suo ufficio, Francesco sistematicamente rifila al puzzone, l’aria mefitica, emessa nel di lui stabilimento, e già causa di centinaia di casi di tumore nell’intorno della fabbrica.

Poiché questa esecuzione appare meno spiccia delle altre, essa deve essere la prima messa in atto: comunque l'onorevole industriale sta sempre peggio ed i risultati letali non si fanno attendere troppo.

5°) Sottosegretario dei Lavori Pubblici resta fulminato mentre con forbice dorata taglia il nastro d'inaugurazione della secolare autostrada tra la capitale e la Calabria Saudita, che per un ventennio era stata per lui una miniera d'oro.

6°) Orribile ex Ministressa della SANITA' : Francesco, scambiando i campioni delle analisi, la fà diagnosticare cardiopatica, poi con un farmaco sintomatico fà apparentemente scatenare la crisi ; possibilità di sopravvivenza all'intervento, all'estero 90%, in Italia, 10 %.

La megera si riprende mentre la stanno portando in camera operatoria ed i medici cercano di rassicurarla : capo, siamo tutti qua, i tuoi collaboratori, i tuoi fidi, i tuoi bravi, non temere...........Ma lei dice con un fil di voce, prima che scenda l'implacabile maschera dell'anestesia finale : "Portatemi in Germania!"

S E C O N D O  T E M P O

A differenza della polizia, Alcide - che ammette di aver pensato a qualcosa di simile in sua gioventù - rileva subito che i giustiziati son tutti dello stesso collegio e segue con estremo interesse questa catena di decessi : intelligentissimo e smaliziato, sospetta subito che, dietro a quelle  disgrazie, ci sia la mano di Francesco, che si sta facendo varco verso lo scanno parlamentare.

Ben lungi dal biasimarlo, accorto valutatore degli uomini e delle loro potenzialità, se avrà avuto simile spudoratezza e mancanza di principi, anzi avrà ancor più meritato di diventare suo successore e di raccogliere la sua eredità politica; Alcide pertanto si ripromette di proteggerlo e completarne opportunamente la formazione delinquenziale, consapevole del suo invecchiamento, dei suoi doveri di statista e che occorrono nuove mani capaci&rapaci per il supremo bene del partito forchetta&coltello con scudo (di) crociato !!

In una Montelittorio atterrita e terrorizzata dall'arrivo di quell’intrattabile e temutissimo anti-comitatid'affari, non ha troppe difficoltà ad assegnargli il Ministero della Sanità, incarico considerato capestro: tutta Montelittorio brama di bruciarlo e sputtanarlo al più presto!

Contemporaneamente lo affida alle cure amorose di Giovanna, una MataHari dei servizi segreti, sua valida e spregiudicata collaboratrice in altre occasioni.

Ma, anche se lei cerca parecchie volte e con scuse varie di avvicinarlo, Francesco, cui attualmente rimorde molto la coscienza, è per il momento un modello di virtù, severo, austero, tutto dedito al suo lavoro, dove - ottenendo rapidamente splendidi risultati - dimostra sia che CAMBIARE  SI  PUO’, sia di possedere eccezionali capacità organizzative.

L'azione ritorna in Sicilia ad un ricevimento di don Ninì : Francesco accetta l'invito più che altro per poter studiare il supposto capo mafioso, che anche sospetta mandante del suo attentato. (In scena seguente il bravissimo attore dovrà avere ben presenti le positure, gli occhieggiamenti, i toni dell’indimenticabile Padrino di BRANDO).

Don Ninì si riconosce subito mandante dell'aggressione a Francesco, il quale tuttavia avrebbe dovuto immediatamente accorgersi che né la sua vita né la sua libertà erano in pericolo, talché ha compiuto eccesso di legittima difesa, privandolo di due ottimi esecutori e privando due famiglie del loro sostegno.

Così tra i due sorge subito franchezza e reciproco rispetto e si appartano, nei meravigliosi giardini ad agrumi, parlando amichevolmente. Secondo don Ninì, la Mafia è un frutto aspro che cresce e si fortifica nella LATITANZA del POTERE. Regno delle Due Sicilie, potere lontano e, soprattutto, estraneo : alla incomprensibile, sfocata e criticabilissima giustizia ALTRUI, meglio sovrapporre la NOSTRA ingiustizia.

Così nasce l'onorata società, all'inizio essenzialmente congrega difensiva di uomini VERAMENTE d'onore. Arrivano i Garibaldini ma, per rassicurare gli inglesi, provvedono subito ad accoppare i liberali di Bronte; né è migliore l'esercito regolare piemontese che espone nelle piazze, su picche, le teste mozzate di picciotti renitenti alla leva.

La nuova giustizia invero sembra almeno altrettanto incomprensibile della precedente e da allora la situazione non è mai sensibilmente cambiata. Conseguentemente gli uomini continuano - giustamente e da sempre - a temere di autogovernarsi, son cani saggi che esigono di esser portati al guinzaglio, rendendosi conto che, scatenati, potrebbero essere pericolosi agli altri, ed a se stessi.

Assurdamente, invece che dalla gioia, la vita appare dominata dall'INSICUREZZA e come l'assetato nel deserto non fà che vedere torrenti d'acqua, così l'insicuro non fà altro che invocare garanti, tutori, padroni, dappertutto. E allora come si fà a non dare un garante a chi lo implora?

........per essere liberi bisogna, innanzi tutto, AVERE IL CORAGGIO D'ESSERLO! E' in questo sottosviluppo, in questa latitanza del potere onesto che s'istituzionalizza la Mafia, ma è forse colpa sua?! Occorre rifiutare tutte le DEMONIZZAZIONI.

Ad esempio, i Massmedia di Alcide hanno demonizzato i B.R., ma Francesco - don Ninì sa sempre tutto - che li conosce personalmente, come li giudica?! Son poi davvero così negativi?.......Non é forse solo sciocco isolarli dai tempi, che hanno vissuto, e che evidentemente li hanno convinti alle loro deplorevoli azioni, facendogliele sembrare indispensabili?

Sicuramente, in altre circostanze e come Ravachol, sarebbero riusciti ad inserirsi PACIFICAMENTE, PROFICUAMENTE e POSITIVAMENTE nella Società, invece di combatterla!

Il Potere poi demonizza solo la Mafia, quella con la M maiuscola, che non gli si prostra servilmente, più alternativa e concorrente del Governo, che non sua compagna di strada; che percorre un'orbita ellittica rispetto al Potere, a volte - é vero -  avvicinandoglisi molto, ma a volte anche sapendosene e potendosene allontanare.

La mafia normale invece è, per il Governo, un servo sciocco ed una succursale dei servizi segreti, come del resto le B.R. parallele; ad essa, per stroncare la contestazione giovanile, é stata affidata l'importazione della droga, sotto la benevola tutela dei poteri forti.

Ad esempio, dopo aver esibito, all'entrata dell'aeroporto di Pomicino, documenti e molte carte bollate,  un'auto, con importanti pluristellati in divisa s'avvicina ad un jet, appena atterrato, apparentemente per prelevare un brutto ceffo, ammanettato e scortato.

Ne esce a sirene spiegate, salutata con un 'Attenti!' dal picchetto di controllo; ma, appena in autostrada, il prigioniero viene smanettato e lasciato andare, dopo avergli riconsegnato quella valigetta di droga che, in caso contrario, sarebbe stato ben difficile far svicolare ai controlli aeroportuali.

Per il finanziamento, della F&C e degli altri consociativisti, questo nonché la maggior parte dei sequestri di persona  ........... hai notato come questi ultimi siano infatti significativamente cessati dopo la reintegrazione del finanziamento pubblico dei partiti?!

Con così tante magagne da nascondere, al Potere poi non resta che salvare la faccia con una Tecnica Anestetizzante, di deconcentrazione, d'addormentamento e mimetizzazione, del tutto analoga a quella, interessatamente messa in atto da noi maschietti, quando ficchiamo la mano in mezzo alle cosce inneggiando all'evoluzione femminile, che consegue alla liberazione sessuale e che cancellerebbe la secolare oggettivazione della donna,

o quando proponiamo d'infrangere le loro catene da lavoro domestico consentendo la loro oggettivazione sul posto di lavoro e così in pratica costringendole a lavorare sia qui che là!

Allora si fà molta ammuina, si schierano le truppe ad eseguire molti controlli stradali, si arresta qualche mafioso (salvo poi rimetterlo nascostamente in libertà per decorrenza dei termini); e se si son firmati gli appalti alla Mafia con la mano destra, allora si fà bene attenzione a firmare con la sinistra la costituzione della Direzione Antimafia !....Schizofrenia pura.

Don Ninì deplora tutto ciò e volentieri collaborerebbe con Francesco, per poco poco lui lo voglia, a porvi fine. A questo punto Francesco prima passa a ricordare che Arjuna chiede, imprevedibilmente, al suo invincibile maestro Drona, come può fare per eliminarlo, e Drona, altrettanto imprevedibilmente, gli risponde esaurientemente; e subito dopo gli propone la domanda diretta : come si può eliminare la Mafia?!

Don Ninì ride: ma non la si può eliminare fuori di sé se prima non la si é eliminata dentro! E se la si é eliminata dentro diventa inutile preoccuparsi d'eliminarla fuori, perché si scioglierà da sola, quando non sarà più il suo tempo, come la neve al tepore della primavera, MA NON PRIMA D' ALLORA.

Per battere la Mafia occorre ben poco, ma tanto TANTO arduo, un acting-out : uomini giusti, ai posti giusti, nei momenti giusti! Invece chiodo scaccia chiodo e l'attuale Potere ha estremo bisogno di far dimenticare il proprio volto, orribilmente deturpato, additando, al Pubblico Linciaggio, altro volto deplorevole, ma che ugualmente potrebbe essere non altrettanto brutto!....I due si separano assai amichevolmente..............

Tornando in albergo Francesco chiede al suo autista : "Mario, siamo ambedue siciliani, ma poi io mi sono allontanato, vivendo lungamente sul continente e così perdendo il contatto con la realtà siciliana; mi hai raccontato che la tua famiglia ha dovuto chiudere lo scatolificio di pelati non riuscendo a mantenere, contemporaneamente, lo Stato....tasse, contributi ed altre angherie varie, e la Mafia.....taglieggiamenti.

Ma potendo sciegliere l'uno o l'altro - con tutta franchezza - chi avrebbe scelto, chi sceglieresti?       - E me lo chiedi?....Senza dubbio la Mafia!!! è incredibilmente meno costosa ed infinitamente più efficiente ......... !… dove finisce lo Stato incomincia l'uomo non inutile!!!!

E' notte, Francesco dorme e la terra trema, devastando la regione. Francesco, quale unico governativo presente, si mette subito alla guida dei soccorsi, TOTALMENTE INADEGUATI : l'esercito è allo sbando, la protezione civile inesistente, le Prefetture caotiche.

Disperatamente invoca telefonicamente soccorsi, mezzi, assistenza, gli viene promesso tutto ma inviato niente. Con volontari compie miracoli e prodigi, scava con le mani nude ; ma non basta e la sera si butta su un divano della Prefettura, distrutto ma con ancora nelle orecchie le urla dei sepolti vivi. Non ha ancora ceduto alla F&C, ma il terremoto ora lo fà cedere alla Mafia!

Infatti, al sorgere del sole, diligentemente inquadrato ed allineato, vi è, nella sottostante piazza, un vero esercito di picciotti con eccellenti attrezzature, notevole quantità di mezzi meccanici, nonchè cani lupo addestrati, ma soprattutto loro SODI e DETERMINATI.

Il caporale si presenta : - Usualmente sono agli ordini di don Ninì, ma ora - se Voscienza lo vuole - ai Vostri!

L'iniziale sorpresa di Francesco é subito spazzata via dai lamenti dei sepolti vivi; così recita l'atto di sottomissione : - Don Ninì davvero ama e vuole il bene della sua gente!.....ed ora mettiamoci tutti al lavoro! Circostanze drammatiche hanno incrinato la diga, ed ora le crepe non faranno che allargarsi.

Una delle regole draconiane, da Francesco autoimpostesi, per eliminare i favoritismi, era quella di far rispettare scrupolosamente l'ordine delle operazioni chirurgiche in caso di parità d'urgenza. Ma quando ne necessita la madre di Giovanna e questa supplica, s'inginocchia, SI SPOGLIA, Francesco finisce per disporre la deroga alla precedenza : la scure è ormai alla base dell' albero!

L'operazione riesce e Giovanna, un po' perché comandata in tal senso, un po' per vera gratitudine gli si dedica completamente.

Ora Francesco ha proprio perso la testa: il suo alloggio piccolo, severo, austero, non è adatto a tanta bellezza, occorre una reggia; il suo motorino ha un posto solo, occorre una macchina, anzi due; Giovanna deve avere la pelliccia, anzi molte pellicce; poi i loro figli non dovranno sentirsi inferiori agli altri, devono avere gli stessi lussi, gli stessi giocattoli, le stesse vacanze.

Ancora una volta Francesco, assai umanamente, è disposto a NEGARE A SE' MA NON AGLI ALTRI, AI SUOI CARI.
Ormai però ha preso a comportarsi nè più nè meno come i forchettoni delle sue precedenti crociate! Ritorna il clima elettorale, incandescente, ma la gente, la sua gente non lo saluta più con l'entusiasmo ed il consenso di una volta, anche se invece ottiene una clamorosa affermazione soprattutto grazie all'appoggio di don Ninì.

Passa altro tempo ed ormai è l'indiscusso numero due del partito e delfino designato; sempre a stretto contatto con Alcide, di cui non ha mai cessato di apprezzare l'intelligenza e l'infernale abilità, ormai svolge volentieri anche quel compito di braccio destro, che già era stato di Sbrindella. Ma così sta distruggendo la sua immagine, in una continua ricerca del potere, SENZA PREOCCUPARSI DI COME OTTENUTO.

Giovanna, ormai innamoratasene, cerca di distaccarlo da Alcide, e da quella specie di attrazione gravitazionale; a tale scopo ha con lui un chiarimento, in cui gli racconta anche come, a corteggiarlo, fosse stata comandata, per addomesticarlo.

Non l'avesse mai fatto, perché Francesco si consapevolizza che il vecchio, ammiratissimo leader non solo ha determinato la sua fulminante carriera, ma è stato anche pronubo del suo riuscitissimo matrimonio: gli deve anche quello!

Altro tempo è passato ed i capelli di Francesco ora sono grigi, i suoi figli ragazzi. Nuova vigilia elettorale quando Alcide viene ricoverato, é gravissimo; vuole vicino a sè Francesco: prima di nominarlo suo successore vorrebbe averne la diretta conferma..... La fatidica domanda: "Li hai proprio eliminati tu - come io ho sempre sospettato - o è stato solo una serie di casi fortuiti?"

Francesco lo chiama "Padre mio!" e finalmente confessa quei suoi misfatti; l'atmosfera, della circostanza penosa,  si scioglie in imprevedibili risa, mentre i due si raccontano, ormai familiarmente e senza più soggezione, le loro più madornali ed incredibili malefatte. (In questa scena si deve aver ben presente le positure ed il gesticolare del Salieri di Amadeus)

Alcide si fà aiutare da Francesco e si fà portare davanti alla finestra : stranamente sotto, per strada, sfilano ordinatamente ma in rotta........ i resti dell'esercito tedesco! (In realtà é la memoria di Alcide, la sua stessa vita che sta fluendo via.)

Anche il giovane Alcide era stato un idealista, socialista, un prode antifascista e partigiano, anche perseguitato, torturato. A ripensarci, nella sua scelta politica - militarmente vincente -  egli non si riconosce un gran merito, perché lui, colto ed intelligente, l'aveva fatta immediatamente, al solo pensarci, mentre a quasi tutti gli altri sarebbe stata necessaria anche solo un'occhiata ad un'onesta carta geografica!

(Onesta, perché giostrando sulle scale delle carte, il regime distribuiva gigantesche mappe dell'Europa, piccolissime del resto del mondo e della Russia, approfittando che, all'epoca, ben pochi avevano anche queste - sia pure elementari - cognizioni di geografia.)

Così i concittadini avevano irriso le sue cassandresche previsioni di sconfitta, e masse oceaniche di plauditores, a piazza Venezia, avevano inneggiato alla dichiarazione di guerra. Quale follia lo sperare, con mille morti, di sedersi al banchetto dei vincitori !

Le ONDEGGIANTI E CANGIANTI masse oceaniche, ed ecco 30 milioni di camice nere, con la massima disinvoltura tramutarsi in trenta milioni di antifascisti e resistenti .....Viva arlecchini e burattini, viva le maschere d'ogni paese, viva gli zeri sempre all' inseguimento di qualunque unità, da seguire per infine riuscire ad attribuirsi un valore! !

Il giorno prima SBRINDELLA, ricorrendo il trentesimo compleanno di Alcide e per fargli un'innovativa ed insolita torta di buon compleanno - Alcide prigioniero a via Tasso e deciso a farsi ammazzare prima di parlare - gli aveva infilato la punta delle dita nella cera fusa, ficcato trenta cerini sotto le unghie, poi accesi a mo' di candeline!

Il giorno dopo, prigioniero del suo ex-prigioniero, sosteneva di meritare la sua riconoscenza e protezione per aver finto di torturarlo, lo stretto indispensabile per non destare sospetti nei camerati e nei tedeschi! Ma la vendetta è un piatto buono anche se freddo : con una gran sensazione di liberazione e gratificazione Alcide si era compiaciuto di slacciare quella cravatta, pareggiando i conti!

Almeno in una cosa gli Italiani si erano però rivelati sorprendentemente costanti : l'apprezzamento di una monarchia che aveva cancellato la libertà, trascinato il paese in un baratro, con migliaia di morti, le colonie perse, il paese distrutto, affamato ed occupato!

Dinnanzi agli occupanti militari, SCANDALIZZATI ed ESTERREFATTI, continuano ad arrivare notizia di migliaia e migliaia di suffragi monarchici, un loro netto predominio! E' un furente generale americano quello che convoca Alcide : gli States hanno avuto oltre 5.000 morti - senza contare le perdite degli altri alleati - per regalare la libertà agli Italiani.......e gli Italiani forse non la vogliono!?!

- AL, MA  COME  CAZZO VOTANO  I  TUOI  COMPATRIOTTI?!?!?!
- TRATTASI DI RISULTATI PROVVISORI, LE ASSICURO, GENERALE. CHE SONO SOLO DATI INCOMPLETI.....DEVONO ESSERE SOLO DATI INCOMPLETI!

Un'occhiata di connivenza, di complicità e LA REPUBBLICA E' FATTA, forse INIQUAMENTE ma .....giustizia fu col re l'essere ingiusti.

Lo stato d' animo di Alcide è ora analogo a quello che proverà il Francesco-trombato- elettoralmente : morto il compagno, il cittadino, sopravvissuto però il politico, forchettone ed opportunista.

Con questa infinita amarezza, questo rancore e questo totale disprezzo del suo elettorato Alcide era andato al governo, imposto dalla V armata, quale garante di un nuovo INDESIDERATO ordine democratico. Vi era molto di buono, nel giovane Alcide, eppure le masse sembravano essere state fortemente attratte solo dai suoi lati più negativi ed oscuri.

E allora se un intiero popolo non distingue il bene dal male, il giusto dall' ingiusto, il dolce dall' amaro, perchè dar loro il dolce ? FINCHE'  MI  VEDONO USIGNOLO CHE IMPORTANZA  HA  SE  RAGLIO ??

Però, MALGRADO IL GOVERNO, grandi risultati erano stati pur sempre conseguiti, l'inventata repubblica, la ricostruzione del paese, una sufficiente libertà… ed un progresso materiale senza precedenti ; invece l'evoluzione umana - si sa - richiede tempi lunghi - natura numquam fecit saltum - non si può aver fretta ma solo il coraggio di andare avanti.

Alcide è sfinito ed allo stremo ed invita Francesco a prendersi la sua eredità: materiale rappresentata dal gonfalone del partito e spirituale, rappresentata da due verità.

a) ben poche probabilità si hanno di riuscire ad essere A LUNGO diversi da come si è (autocondanna ma anche condanna di Francesco).
b) può anche accadere che, per combinazione, un cattivo popolo si trovi ad essere ben rappresentato, MA CERTAMENTE IN UNA DEMOCRAZIA PARLAMENTARE NON PUO' MATEMATICAMENTE ACCADERE CHE UN BUON POPOLO SIA MAL RAPPRESENTATO. (Gandhi, condanna generalizzata dell' elettorato)

Francesco si stacca dal suo cadavere visibilmente scosso, uscendo dalla porta con in mano il gonfalone F&C:
- Gli devo semplicemente TUTTO......mi ha sempre dato MOLTO, ma morendo addirittura TROPPO. Terrò però per me il suo testamento spirituale, perchè, se ora lo diffondessi, ben pochi saprebbero recepirlo, ma molti maledirlo e mi lincerebbero!

Ed il partito rivola verso nuove elezioni stavolta sotto la guida di Francesco, non più onesto, non più puro, non più determinato e molto disilluso. Ancora una volta i giovani scalpitano, fremono, esigono il rinnovamento. Uno in particolare, di forte contorno, si chiama - guarda combinazione - Francesco, è siciliano anche lui, idealista, onesto e vuole il contraddittorio, lo scontro fisico, con il Presidente, il Giuda, il traditore del suo stesso partito.

Italiano dapprima accetta, assai alla leggera, conscio dei suoi eccezionali mezzi oratori e della sua superiore esperienza. Ma in aereo legge i di lui discorsi, le di lui tesi e viene preso dal panico: questa volta non dovrà combattere contro altri, ma addirittura contro sè stesso e la sua giovinezza, perché - oltre a rassomigliargli fisicamente in modo sorprendente - il nuovo contestatore professa gli stessi precedenti suoi pensieri, ideali, speranze.

Ciò lo sconvolge e s'attacca al cellulare; sembra che a rispondere sia ancora don Ninì, ma che é morto; però anche il suo successore gli rassomiglia come una goccia d' acqua : quel contraddittorio non si ha da fà!

Ma la storia ha ormai ingranato il suo ricorso e non si può più fermare: tutto dovrà riaccadere ancora una volta. La scritta FINE scende sul nuovo Francesco che passeggiando bofonchia "mi occorrono sei decessi....io sarò per costoro le trombe degli arcangeli ed il giorno del giudizio". E, sul giornale che riporta l'elenco dei parlamentari eletti, per primo cancella il nome ITALIANO, perchè adesso è lui il boja, il giuda, il traditore.

F I N E

 

 

Pagina pubblicata il 09/04/08

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