00060 - CAPENA il 02/10/99



 

Caro Mario,

tanto per rimanere nel clima goliardico, da te inaugurato nella tua:

1. sono abbastanza vecchio da aver capito che non si guadagna niente a sbattere l'attrezzo sul tavolo sbraitando che esso è tutto e solo "LA VERITA'" ………..tant' è vero che il resto sono solo e soltanto palle !

1.1.  Al contrario; sarebbe infinitamente più facile, confortevole e gratificante incensare gli altari, affermare che questo Mario è il migliore dei Marii possibili, che tutto va bene, ecc.ra: i politici, i sindacalisti, ma soprattutto gli psicanalisti, da sempre, non fanno altro!

1.2. Ma qualcuno deve anche avere il coraggio di dire quelle verità, che talvolta scottano più del fuoco e staffilano più delle sferzate.

1.3. Vorrei che capissi questo: se tu valessi molto meno di quanto realmente vali, certi tuoi attuali comportamenti genererebbero solo compassione1.

1.4. Ma tu sei il Mario chiosatore dei Vangeli Apocrifi, attento commentatore e conoscitore delle Sacre Scritture, nonché l'amico con cui ho intrattenuto colloqui assai profondi e la cui logica ed il cui raziocinio continuo a ricordare con ammirazione.

1.5. Allora non puoi fare il rincoglionito come qualunque altro normale ultrasessantenne senza generare - invece che compassione - rabbia e stizza2!!!!!!!

1.6. Vuoi divertirti a colloquiare con i trapassati: rientra nelle tue libertà, non ci ho niente da dire (citerò anzi un caso personale di simile colloquio) e mi sta benissimo ……

1.7. …… ma poi almeno torna in te ed usa il senso critico e non valutare oro l'orpello;

1.7.1. i cosiddetti messaggi di "Papini" è materiale infantile e decisamente scadente (talvolta anche non corretto né come logica né come sintassi), quasi sicuramente quindi frutto di una psicolabile, con per di più un forte complesso d'Edìpo non risolto3 (altro che Papini!).

1.7.2. La merluzza – che, nella scorsa lettera, avevo a bella posta bruschettata - non ha saputo evitare la trappola e si è affrettata a propinarmi addirittura (come da sproloquio inviatomi)……….. la bara e le fiamme dell'inferno4!

1.7.3. Chiara ha ricambiato il mio simpatico (anche se un po' sboccato) augurio di SESSO e PROLE (quindi, nel complesso, VITA ed EROS!) con Thanatos, morte ed inferno, e toni da Santa Inquisizione ecc.ra (più nevrotica ed isterica di così si muore5)!

1.7.4. Ovviamente non ha per niente impressionato il sottoscritto, che da tanti anni è innamorato del seguente magnifico distico del poeta indiano Takur (in occidente meglio noto con il nome inglesizzato di Tagore) :

1.7.4.1. Poiché ho amato la vita, amerò anche la morte:
piange il bambino quando la madre affettuosa lo stacca dal capezzolo
ma ritrova poi subito la gioia succhiando dall'altro.

1.7.5. La morte è solo una cambiale sottoscritta con l'atto della nascita e io ho sempre pagato (e voluto pagare!) i miei debiti.

1.7.6. Ed in quanto all'Inferno, sono con quell'H. Yames magnificamente tradotto (da Fabrizio De Andrè)……."l'Inferno esiste solo se tu ne hai paura!"

1.7.7. Inoltre non riesco a veder la logica né del perché, bruschettando Chiara, si ottengano fulmini e maledizioni da "Papini", che io ho sempre venerato;

1.7.8. né del perché – dopo che in una delle tue lettere (di presentazione del fenomeno medianico di Chiara) mi avevi scritto (evidentemente per accreditare l'eccezionalità del fenomeno) che Chiara, quando in trance, scriveva sempre da destra verso sinistra -

1.7.9. ora la missiva autografa, che mi hai mandato, sia scritta tutta da sinistra verso destra……………..tu non credevi che io loico fossi?6

1.8. Lasciamo quindi perdere tutte queste sciocchezze e minchionerie e cerca di capire che graffio te e lei per il vostro bene!

2. Nella tua, infine, vorresti tacitarmi e zittirmi, con la scusa che il completo fallimento del mio matrimonio attesterebbe la mia inettitudine ed incapacità di giudizio:

2.1. ma quale logica vi sarebbe in questa tua pretenziosa (e del tutto irrazionale) affermazione? Supponiamo pure, dapprima, che tale fallimento sia avvenuto per colpa mia:

2.1.1.  In uno dei suoi 'Saggi' Montaigne afferma di non ricordare "il numero dei suoi figli nati morti"; eppure tuttora noi siamo ammirati dalla sua saggezza;

2.1.2.  Tuttora studiamo pedagogia sul più bello, moderno e profondo trattato mai scrittoci sopra, quell' "Emilio" di quel Rousseau che aveva paradossalmente abbandonato sei figli al brefotrofio (fate ciò che Vi dico di fare e non quello che faccio io!);

2.1.3.  Anche Marx aveva avuto un figlio da una sua cameriera, anche questo abbandonato al brefotrofio, perché il filosofo che più di ogni altro ha avuto (nefaste) conseguenze sulla vita del 20° secolo si rifiutò costantemente di costituire una famiglia (come del resto anche i miei ammiratissimi Fritz e Schopenauer).

2.1.4.  Ed anche l'omnium Rex, quel Socrate la cui morte tuttora ci conturba e commuove, non si può certo dire - come da lui stesso riconosciuto - che avesse avuto una vita familiare tranquilla: purtroppo io devo aver incontrato una pronipote della sua Santippe!

2.2. Ma poi io - credimi - in realtà ho dovuto SUBIRE il fallimento familiare, mio malgrado e dopo aver sia voluto che provato ad avere una famiglia ed allevarla e, da parte mia, mettendocela proprio tutta;

2.2.1. se quella specie di matrimonio è durato quasi diciassette anni, puoi giurare che ciò è avvenuto solo per la mia sopportazione quasi infinita, ma tutto ha un limite:

2.2.2. in una così grande impresa anche il solo AVER PROVATO basta; e poi non mi ricordo più se von Klausewitz o Lao-Tzu affermano

2.2.2.1. che il vero comandante si riconosce dal fatto che - intuendo da solo quando ha perso, e senza bisogno che glielo si venga a dire - porta in salvo le sue ultime forze, buone per un'altra volta od altra occasione, così salvandole dalla completa distruzione.

2.2.2.2. Quod fecit: resomi ormai conto della bruciante disfatta, cui andavo incontro e senza più la minima speranza di recuperare, ho ritirati precipitosamente i miei resti per evitarne l'ulteriore distruzione e cercarloro migliore impiego.

2.3. Purtroppo C.comecaos si è infatti trasformata, col tempo, nella personificazione di demolition woman, sventuratamente seguita a ruota dai figli.

2.3.1. Che cosa ti piace e ti gratifica? …il tennis?: niente più tennis…. Il bridge?: niente più bridge…..Formia?: niente più Formia……..il mare?: niente più mare…………la barca?: niente più barca

2.3.2. ………..la campagna?: niente più campagna…..sciare?: a malincuore tollerato, ma solo finchè non dispiace ai figli, ma però facendo ugualmente in modo di sistematicamente mandarti di traverso ogni settimana bianca ……….lo scopare?: niente più scopare!

2.3.2.1. [Questo è stato il colpo finale e definitivo, perché a nessuno si può chiedere di pagare con una moneta non contenuta nel suo portafoglio; e mi spiego:

2.3.2.2. prima di lamentarti che - alla tua richiesta di un pesce ti sia stato invece rifilato un serpente - é certo doveroso controllare se, per caso, al donatore non siano rimasti solo serpenti;

2.3.2.3. infatti, in tal caso, anche se in modo sgradevole, ma quantomeno egli avrebbe ugualmente cercato d'esser altruista, comprensivo e generoso del suo......

2.3.2.4. Allora, C. non fa niente dentro casa?:….poverina, non ne è capace, mettiamo la cameriera; C. non lavora nell'azienda familiare?: ….poverina, in definitiva farebbe solo danni, meglio che faccia tutto io…….

2.3.2.5 C. spende e spande irragionevolmente?: ….poverina, deve rifarsi di tutte le privazioni della sua infanzia….ecc.ra; ma, porco cazzo!, scopare era anche per lei un talento ed un dono naturale e ci provava pure un mucchio di gusto!

2.3.2.6. E non mi si venga a dire che una cinquantenne ha raggiunto la pace dei sensi, perché da ragazzo ne ho avute più d'una e tutte invece vogliose, allupate, assai esigenti e quasi insaziabili7.

2.3.2.7. E allora, legittima suspicione, non verrà per caso consentito ad uno o più altri fortunati quello che a me viene così inspiegabilmente negato?]

2.4. La famiglia é esattamente come una commedia: per essere udibile e comprensibile ognuno vi deve far la sua parte, il padre il padre, la madre la madre, i figli i figli, i nonni i nonni;

2.4.1. e se solo qualche attore recita da copione, mentre gli altri impazzano, resta da vedere quanto – ancora tralasciando qualunque giudizio d'assieme – possa procedere anche ogni singola interpretazione,

2.4.2. in cui ogni battuta di ruolo ha pur sempre bisogno, per la sua emissione, di quell'attacco, generalmente rappresentato da fine-battuta altrui.

2.4.2.1. Extra rappresentazione casalinga, per quanto mi riguarda, C. può fare pure Giovanna d'Arco, la donna della provvidenza e la salvatrice di Francia,

2.4.2.2. purché poi entrando in scena-casa, si sappia liberare di corrazza e spada per rientrare nei panni e ruolo di madre e moglie – parti affidatele dal regista-Natura,

2.4.2.3. fornendo anche a me gli attacchi e la possibilità di quegli atteggiamenti previsti dalla mia parte: ma se s'incomincia a far caciare, allora m'adeguo subito anch'io!

2.4.2.4 Ed a fronte dell'accusa - che io mi sarei allontanato dalla famiglia per coazione a ripetere del comportamento di mio padre – chi, similmente ed ingiustamente sfrucoliato, non avrebbe replicato

2.4.2.5. che io avrò pure riazionato il comportamento di mio padre, ma solo dopo che lei aveva già precedentemente riazionato quello uxoricida8 del suo?

2.4.2.6. ……risposta che graffia: ma chi ha il tetto di vetro farà meglio a non lanciar sassi nell'aia del vicino!

2.5. Da anni io stavo portando avanti un matrimonio ormai fallito solo e soltanto in funzione dei figli e grazie ai figli; ma ohime! Gerusalemme Gerusalemme! Quante volte ho io, come la chioccia, cercato di raccogliere i tuoi figli sotto le mie ali, purtroppo senza riuscirci!9

2.5.1. Un dì il Creatore cercò compagni e figli alla Sua speranza ed ecco avvenne che non potesse ottenerne se non creandoli da sé medesimo…10

2.5.2. Ma purtoppo i figli maschi matrizzano: io cercavo di ripetere la mia razzaccia ed invece ho solo ottenuto di ripetere quella della mia ex!

2.5.2.1. ....ci sarebbe voluta una femminuccia, dato che sono almeno quattro generazioni che nella mia famiglia (ovviamente quella materna!) la Forza ed il Carisma vengon trasferiti costantemente al sesso opposto, da padre a figlia e da madre a figlio.

2.5.3. Così essi mi rassomigliano un po' (e poi neanche tanto) solo fisicamente, ma dentro e sopra sono spiccicati all'infelice esempio materno.

2.5.4. E come la madre, essi non vogliono far parte della Società, dare e ricevere e, soprattutto, stare nella propria parte, che prevede anche il pagamento di certi debiti; della Società essi intendono solo usufruirne;

2.5.4.1. così la vita familiare é stata per me sopportabile solo finché, per la loro ridotta età, ancora non dovevo sopportare tre zavorre, e C., temporaneamente, si lasciava ancora trascinare da me.

2.5.5. Ho sempre accusato la televisione d'incrementare gli spettatori a danno del numero degli attori: io sono e resto un attore e nel week-end foglio FARE, girare, vedere l'Italia, andare per musei, fare sports, incontrare gli amici;

2.5.5.1. i miei figli vogliono invece dormire sino a mezzogiorno, per rifarsi delle alzate mattutine, feriali, causa scuola.

2.5.5.2. Nel pomeriggio, a parte l'avversione per il tennis (tuttosommato non determinante, ma che ugualmente contribuisce a separci), la loro smodata passione per il calcio li porta a non concepire la domenica altro che per seguire le partite alla televisione:

2.5.5.3. il padre però - che pure proviene da una settimana di lavoro quasi sempre snervante e che detesta il calcio - non deve ugualmente potersi allontanare, per gratificarsi in qualche altro modo, trattandosi di un autista a disposizione per il dopo partita.

2.5.6. E poi....a luglio porto da Bojano una cassetta di meravigliose mozzarelle, pregustando io il gusto dei miei figli a mangiarle; il viaggio è lungo, fà caldo ed il siero s'infortisce un poco, ma solo un poco e solo il siero;

2.5.6.1. Dario le disprezza "puzzano!" mentre C. ed io le assaggiamo e sono ancora pienamente appetibili e mangiabili.

2.5.6.1.1. [Ma, anche ammesso che non lo fossero, io e Franco Manuelli, quattordicenni, a casa sua mangiammo ugualmente tutta la minestra,

2.5.6.1.2. facendo finta che non sapesse di bruciato per non mortificare la sua mamma, cui evidentemente si era parecchio attaccato il riso.]

2.5.6.2. Conseguenza inevitabile: tornando da Bojano, tu ti preoccuperesti ancora di portare mozzarelle per figli, che hanno la puzza in bocca?!

2.5.7. A Zurigo, la mappa comprata doveva evidentemente riportare solo alcune vie principali: io svolto a destra e mi fermo perplesso a controllare la mappa perché la via non è quella di aspettativa;

2.5.7.1. subito Gheghe spara: "Ecco papà è il solito rinco!" …….mi ferì non poco, a parte la mancanza di logica11 quella di rispetto, perché sicuramente non avrebbe osato dire questo, se da sempre non fosse stato istigato e pompato dalla madre.

2.5.8. Già nel Liceo mi resi conto che l'insegnamento può avvenire in tre modi diversi:

2.5.8.1. a totale spese dell'alunno, cercando per di più d'ostacolarlo il più possibile, non solo con la propria incapacità didattica (tanto non mi si può dir niente, perché io sono il professore!),

2.5.8.1.1. ma anche con libri fasulli, ma resi obbligatori per beccare i diritti d'autore12, non cooperando negli esercizi ecc.ra13;

2.5.8.2. in piacevole associazione, simbiotica, tra alunno e professore, e quindi, diciamo con il costo globale dell'insegnamento diviso più o meno equamente, tra alunno ed insegnante, tipo cioè l'insegnamento Socratico (maieutica)14;

2.5.8.3. a totale carico e spese del professore, da cui si finisce per pretendere una completa disponibilità e dedizione ed abnegazione a carattere ultramaterno (tipo precettori dei nobili, in cui l'apprendista é un'ulteriore difficoltà da superare)15

2.5.9. Orbene: io, avendolo subìto, rigetto l'insegnamento 2.5.8.1.; se non vengo lautamente pagato rifiuto anche di fornire il tipo 2.5.8.3., mentre sono ampiamente disponibile al solo tipo d'insegnamento 2.5.8.2.:

2.5.9.1. metta il suo - ma tutto il suo! - l'alunno ed allora io non mi starò a chiedere se quanto egli mette sia molto o poco, ed integrerò il resto a mie spese, purchè però - lo ripeto – l'alunno c'abbia messo il suo TUTTO!

2.5.9.2. Ma, ad esempio nello studio della chitarra, che senso c'ha che anche l'istruttore debba rompersi i timpani a presenziare – perché altrimenti non viene fatta – all'esercitazione per parificare la forza di tocco delle corde, essendoci dita forti ed altre deboli?

2.5.9.3. Se lo vuole, mio figlio, lo può farlo tranquillamente da solo; se non lo vuole non venga poi a rompere il cazzo a me:

2.5.9.4. anche se é antipaticissimo (tanto che Carlo V s'inchina a raccogliere il pennello di Tiziano), ma - essendo il Principe ereditario – puoi sbattere sull'attenti tutta la Corte.....fuorché il Re in persona!

2.5.9.5. .....il giovane poi ha possibilità di recupero che il maturo non ha più: dopo aver cancellato la lezione alle 21-22, per l'ennesima partita di calcio o per San Remo,

2.5.9.6. non puoi poi venire, alle due di notte, a svegliare la povera bestia (che avrà pure il diritto di dormire) dicendo “Ora son pronto a riceverla!”

2.5.10. Eppure così é stato, per qualunque cosa avessi tentato d'insegnare ai figli, dal tennis alla chitarra, dalla pittura al bridge ed agli scacchi: ma mancò la voglia di ricevere insegnamento, non certo quella di darlo!

2.5.11. Pertanto, quando persi definitivamente ogni speranza di poter intervenire positivamente, sulla loro formazione, a meno di un autentico suicidio personale;

2.5.12. quando mi resi conto che, dopo la mia morte od impossibilità, non ci sarebbe più stata la minima forma di buona amministrazione, che senso c'era di tirare ancora avanti?

2.5.13. Nietzsche dice: “A ciò che deve cadere é opportuno dare un urto!” (ed io aggiungo....”ed é anche antiinfortunistico, affinché non caschi sulla testa di qualche disgraziato/a.”)

2.6. Pertanto, in tutta onestà e con l'animo perfettamente tranquillo, non mi sento minimamente colpevole, IO, o pubblico accusatore Mario!

2.6.1. …….. con mio vivo rincrescimento e senza mai averli potuti evitare, mi son semplicemente trovato, quasi sempre presente sui luoghi della sciagura; questo è tutto!

2.6.2. D'ora in poi il saperli felici sarà una componente del mio equilibrio e della mia felicità, senza però la minima pretesa di volerne essere spettatore e compartecipe.

2.6.3. Del resto provvida natura fà notevolmente allungare lo stelo degli arbusti proprio perché così, nella loro flessione radiale, i semi cadano sufficientemente lontani da non danneggiare l'ambiente vitale della pianta materna:

2.6.3.1. e c'è chi dice che il pino (le cui pigne son notoriamente prive di pinoli per parecchi decenni), prima di riprodursi aspetti di crescere abbastanza per lo stesso scopo.

2.7. Invece – avendo scioccamente seminato i figli nel mio ambiente vitale - me ne sono dovuto allontanare16 io, alla ricerca d'un altro e nuovo, pagandone il relativo prezzo:

2.7.1. perché non credere che la cosa sia stata indolore.......ho sofferto, e lo si é visto, anche con quella forma di malattia, tipicamente psicosomatica, delle cartillagini del ginochio che s'infiammavano in reazione d'autoimmunità:

2.7.1.1.  al mattino l'alzarsi ed urlare era una cosa sola, perché m'eran venuti a mancare i bastoni della mia vecchiaia!

2.7.2. Certo che poi mi son riavuto, e sarebbe stato abnorme che ciò non avvenisse; e solo in quell'occasione ho pienamente compreso il significato di quella FORMIDABILE scena di 'Zorba il greco', che passo a ricordarti.

2.7.2.1. Nella terribile crisi del 1929, Zorba e l'Inglese ce l'hanno messa tutta per riattare la vecchia miniera dell'isola, onde creare lavoro e benessere:

2.7.2.2. hanno impiegato tutti i loro risparmi e tutte le loro forze, lavorando non solo intellettualmente ma anche fisicamente, si son anche coperti di debiti, soprattutto per rinforzare e rimettere in funzione la teleferica, che dalla montagna porta il minerale al porto.

2.7.2.3. Ecco, il momento fatidico é giunto ed ora il cammino sembra finalmente avviarsi in discesa ed agevole, gli operai lavorano, il minerale affluisce al porto, affluiscono i primi pagamenti; quand'ecco il patatrac:

2.7.2.4. si rompe la fune di trazione della funivia ed il carrello, carico, investe e travolge successivamente tutte le cavalle, facendole crollare con un fracasso infernale.......

2.7.2.5. il momento é drammatico, gli operai, immobili, riintravedono lo spettro della fame, da cui si ritenevano scampati, l'Inglese s'é accasciato distrutto, Zorba s'é seduto su un sasso, ben sapendo che non hanno i mezzi per ripristinare la funivia, ch'é il fallimento:

2.7.2.6. tutti i loro lavoro, risorse, sforzi, impegno, sogni, aspettative, son stati, tutti e d'un colpo, resi vani e son spariti!

2.7.2.7. Questa scena é silenziosamente lunghissima...... quando improvvisamente Zorba scatta in piedi e scoppia a ridere: “Pero....che BOTTOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!

2.7.2.8. L'Inglese dapprima lo guardo stupito: che Zorba sia impazzito dal dolore e preoccupazioni? Che gli sia andato in fumo il cervello?

2.7.2.9. ........ma poi comprende, s'illumina e si mette a ridere anche lui “Hai proprio ragione, un BOTTO FANTASTICO, DAVVERO COLOSSALE!......sai che ti dico?....INSEGNAMI IL SIRTAKI!”

2.7.2.10. E giù tutti e due di corsa verso la spiaggia, a ballarvi il sirtaki!

2.7.2.11. SIRTAKI!!......perché "Questa é la vita / l'ebete vita che c'innamora /
lunga che pare un secolo / breve che pare un'ora
un'oscillare eterno / tra paradiso e Inferno!
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&

3. Spero pertanto che, alla luce di queste considerazioni, vorrai riformare il tuo giudizio, sui miei eventi familiari e che é d'amico solo del giaguaro, e non anche mio:

3.1. perché il fatto che io tenda a farmi fesso, al momento attuale e matematicamente, ha una probabilità davvero inferiore a quella che, invece, si stia facendo fesso chi dice a tutti gli altri che si stanno facendo fessi.

3.2. Malgrado lo scontro, con immutata cordialità.

F.R.

1 …omnia fert aetas, quoque animus !

2 del resto la stessa stizza ricordo d'averla incontrata in una lettera di Magris a te indirizzata.

3 E la cosa che non mi spiego è che tu, che dovresti paternamente preoccuparti di questo Edipo, invece te ne senti maschilmente gratificato, incoraggiandolo senza minimamente cercare di contrastarlo.

4 Non dire poi che sono volgare….ma chiunque, leggendo gli sproloqui di Chiara, avrebbe sentito la necessità di darsi una scaramantica grattata di coglioni!

5 ovviamente convincendomi vieppiù che la cura suggeritale fosse veramente quella giusta !!!

6 citazione Dantesca, dall' Inferno.

7 nelle sue memorie Ninon De Lenclos racconta addirittura di una sua meravigliosa scopata da OTTANTENNE !

8 mi ero letteralmente innamorato della mia futura suocera, fino al punto di sposarne la figlia (di cui non ero così cieco da non vedere i difetti) sperando che, come la scheggia trae dal ceppo, prima o poi si decidesse a rassomigliarle; invece il padre di C., frenetico giocatore e dissipatore, che la mia adorata suocera (sua seconda moglie) definiva pittorescamente "gioia di piazza e tribolo di casa", aveva anche accoppato a pistolettate la prima moglie, senza gravose conseguenze per il famoso articolo (ora abrogato) sul delitto d'onore. Tu forse non lo sapevi, ma il soggetto del famoso 'Divorzio all'italiana' era largamente ripreso dal suo processo!

9 Citazione, a memoria, del Vangelo.

10 Citazione del solito Fritz, Così parlò Zarathustra.

11 Avrei forse dovuto proseguire sulla strada sbagliata facendo finta che fosse quella giusta (che poi era invece una successiva svolta a destra)?

12 Alla facoltà d'ingegneria di Roma, l'esame complementare d'inglese non avveniva: il professore pretendeva solo l'esibizione del libro da lui scritto, che firmava per evitare che gli venisse ripresentato.

13 A tale proposito un gustoso episodio del mio fraterno compagno di scuola Pino che ad un certo punto della sua carriera divenne primo assistente del famoso urologo A. (quello che operava cardinali, generali e magnati). Mi diceva di lui "E' così bravo che può operare con una mano sola " così che io mi ero fatto l'idea che A. fosse mutilato (del resto aveva l'età di mio padre che aveva fatte tre guerre). Un giorno passo a prenderlo mentre usciva dalla camera operatoria, così mi presenta e devo constatare - con viva sorpresa - che aveva tutte e due le mani. Chiedo spiegazioni a Pino, "Allora perché mi hai sempre detto che può operare anche con una mano sola?"….."Perché quando siamo al momento cruciale dell'operazione l'altra me la mette davanti agli occhi!"

14 Con una tecnica simile, quando insegnai il gioco del Bridge io, che avevo dovuto aspettare ben tre anni a vincere il primo torneo, riuscii a portare tre o quattro alunni (tra cui il nipote) a livello di vittoria-torneo di 24 tavoli in tre mesi, anche se giocando quasi sempre in coppia con me.

15 Un curioso esempio, addirittura mortale, di questo tipo d'insegnamento-missione nel Mahabarata [poema indiano, scritto in più tempi ed a più mani, erroneamente paragonato all'Iliade, mentre, ad eccezione della Bagwad Gita (Cantico del beato, bellissimo colloquio filosofico tra il dio Krisna (che gli fa d' auriga) ed Arjuna (l'Achille di quel poema) è quasi sempre una colossale pippata]:

poiché la guerra avviene tra regni di cugini, Arjuna si trova a combattere contro il suo ex maestro, l'anziano ed espertissimo Drona. Costui, con la sua forza, esperienza e la sua conoscenze delle arti marziali, semina il terrore e la morte nelle file nemiche, tanto che lo stesso Arjuna evita di battercisi, timoroso d'esser vinto, perché, tra l'altro, Drona, per un incantesimo, può essere ferito e morire SOLO SE LO VUOLE.

Arjuna allora, esposte le insegne dell'allievo, si reca pacificamente al campo di Drona, che lo accoglie altrettanto affettuosamente, per chiedergli, con reverenza ma paradossalmente COME PUO' FARE PER UCCIDERLO.

E Drona, che evidentemente stima la sua missione di maestro più della vita, altrettanto paradossalmente glielo insegna, tanto che nel successivo combattimento Arjuna vince e Drona muore.

16 Confortato, in ciò, dal consiglio della mia adorata, defunta, suocera…… a Bojano andai al cimitero a consigliarmi con Lei, esponendole silenziosamente, con le mani posate sulla sua lapide, tutto il mio sconforto e le mie recriminazioni sull'operato di sua figlia. Non so quanto restai così, finchè ad un certo punto fui riscosso da un signore (certamente il guardiano del cimitero) col cappello in mano e l'aria contrita e che mi disse "E' un quarto d'ora che sto rispettando il suo cordoglio ma E' PROPRIO L'ORA DI ANDARSENE !"

17 Non é farina del sacco mio, ma di Lorenzo STECCHETTI.

 

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